Il buongiorno si vede dal mattino?
l 20 gennaio sera una bambina è stata ricoverata in un ospedale nel reparto di rianimazione. Dai racconti forniti dai genitori sembrerebbe che nel bagno di casa sua, dove viveva con i genitori e una sorella, abbia stretto al proprio collo una cintura elastica provocandosi un soffocamento che, dopo alcune ore di coma è risultato comunque fatale.
I genitori hanno raccontato che, a parer loro, la figlia si stava riprendendo con il cellulare per inserire il filmato su Tik Tok, e immaginano che avesse aderito ad una sorta di competizione emulativa che l’ha spinta ad indursi il soffocamento con la cintura elastica.
La procura ha aperto il fascicolo, sequestrato il telefono che, secondo fonti giornalistiche, la bambina aveva ricevuto in dicembre in regalo dai genitori. Il telefono dovrà essere oggetto di una perizia forense, nella quale il primo ostacolo è superare il codice di sblocco che i genitori non conoscono.
Il 22 gennaio, l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali è intervenuta nell’ambito di una istruttoria che riguarda Tik Tok, e con proprio provvedimento ha imposto una limitazione del trattamento a Tik Tok, chiedendo che il titolare proceda ad una limitazione:
provvisoria del trattamento, vietando l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti che si trovano sul territorio italiano per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico;
Un controllo superficiale effettuato il 26 gennaio pare non avere ottemperato del tutto a questa disposizione, per quanto questa risulti effettivamente di difficilissima attuazione.
Il provvedimento del 22 gennaio viene da lontano, l’istruttoria dell’Autorità è cominciata a marzo 2020 ed è sfociata in un provvedimento del 22 dicembre 2020 con il quale sono stati posti degli interrogativi a Tik Tok per cui è attesa risposta il 29 gennaio.
Il caso citato all’inizio non ha preoccupato solo l’Autorità Garante ma ha agitato un lieve dibattito a livello nazionale con proposte che, per l’ennesima volta, sono sfociate in idee che puntano alla registrazione degli utenti di servizi solo previo accertamento delle identità. Molti esponenti si sono espressi anche in modo poco informato pensando che semplici norme di divieto possano essere efficaci e ignorando alcuni aspetti della realtà odierna circa l’uso di social network e altri servizi digitali tramite telefoni e computer.
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